"Negli anni cinquanta, durante le ricerche sulla percezione visiva che portarono alla realizzazione dei dipinti negativi-positivi, conducevo anche un'altra ricerca che si potrebbe definire complementare a quella dei negativi-positivi. Questi si basavano sulla percezione visiva di una situazione ambigua: non si può definire qual'è la figura e qual'è il fondo di questi dipinti perché figura e fondo sono combinati sia formalmente che cromaticamente in modo da apparire nell'una o nell'altra situazione, quella di figura e quella di fondo."
(Bruno Munari, Simultaneità degli opposti, Corraini, 1989)
I primi negativi-positivi (definiti con ironia quadri quadri, ovvero quadrati per quanto concerne le dimensioni) sono limitati alla superficie del quadro, successivamente Munari passa ai negativi-positivi sagomati dove il colore della parete o dell'ambiente entra a far parte della composizione, eccone alcuni esempi:
Munari realizza anche un negativo-positivo a 3 dimensioni, dove un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.
"La scultura si presenta piegata in una busta. Si apre la busta e si estrae la scultura. Appoggiate la scultura su di un piano orizzontale (sui piani inclinati scivola) e prima di spegnere la luce osservate come questa illumina le varie parti sporgenti o rientranti, le parti piene e quelle vuote. Voltatela dall'altra parte, cambia aspetto, i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più "cusa l'è chel rob ki" (cosa è quella roba lì? in dialetto milanese, ndr) e vi addormenterete felici. Buona notte."
(Bruno Munari, Codice ovvio, Einaudi)
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